Il mercato della casa intelligente ha registrato un significativo incremento nel 2024, nonostante la cancellazione di bonus e incentivi energetici. Secondo un rapporto dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, il settore ha raggiunto un valore di circa 900 milioni di euro, evidenziando un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. Questi dati pongono l’Italia in una posizione favorevole rispetto agli altri paesi europei, dove si è registrata una crescita media del 6,5% nei primi sei mesi dell’anno.
Il report indica che il 60% degli italiani possiede un dispositivo intelligente, segno di una crescente adozione delle tecnologie smart. Fra i principali settori trainanti del mercato, la sicurezza domestica occupa una posizione preminente. Infatti, soluzioni come videocamere di sorveglianza, sensori per porte e finestre, e serrature collegate generano il 28% del valore complessivo. Gli elettrodomestici intelligenti seguono con una quota del 19%, mentre i dispositivi per il risparmio energetico, che comprendono caldaie, termostati e condizionatori connessi, rappresentano il 16% del mercato. Nonostante l’ottima performance, quest’ultima categoria ha mostrato un rallentamento dovuto alla diminuzione degli incentivi statali. Infine, gli smart speaker contribuiscono con il 14%, dimostrando la popolarità di questi dispositivi nel contesto delle abitazioni moderne.
L’analisi dell’Osservatorio sottolinea che vi è una sempre maggiore varietà di servizi disponibili per gli utenti, che possono attivare soluzioni innovative. Ciò avviene grazie all’ottimizzazione dei dati raccolti dai dispositivi e all’integrazione con le tecnologie IoT e l’Intelligenza Artificiale. La ricerca mette in evidenza come un terzo degli intervistati sia interessato all’acquisto di nuovi dispositivi, il che rende evidente l’ottimismo per una continua espansione del mercato.
Guardando al futuro, nel 2025 il mercato della casa intelligente dovrà affrontare nuove sfide, in particolare per ciò che riguarda l’evoluzione degli ecosistemi. Uno degli aspetti salienti è il perseguimento di standard di interoperabilità, con “Matter” come protagonista tra le iniziative più significative. Questo standard mira a favorire l’interazione tra dispositivi di diversi produttori, migliorando l’esperienza dell’utente.
Un’altra questione cruciale riguarda l’arrivo del Data Act, una normativa che intende regolare l’accesso ai dati e garantire che anche i dati generati da dispositivi smart siano gestiti equamente. Le misure previste dal Data Act potrebbero avere un impatto notevole sulla strategia delle aziende e sul comportamento dei consumatori.
Il Direttore dell’Osservatorio Internet of Things, Giulio Salvadori, afferma che l’implementazione di tali standard e normative sarà fondamentale per il futuro della Smart Home, contribuendo a consolidare il mercato e a facilitarne l’espansione. La combinazione tra innovazione tecnologica e una regolamentazione adeguata appare fondamentale per sfruttare al meglio le potenzialità di questo settore in continua crescita.