Il Festival di Sanremo 2025 ha avuto un avvio cautamente lineare, secondo Selvaggia Lucarelli, nota giornalista e blogger. Durante il Dopofestival, ha espresso il suo parere sull’evento, evidenziando l’assenza di momenti di forte impatto. Con Carlo Conti alla conduzione, le aspettative sembravano alte, ma molte delle performance non hanno lasciato il segno desiderato.
La Lucarelli si è soffermata sul carattere generale del Festival, definendolo “lineare”. A suo avviso, la performance più audace è stata quella di Marcella Bella, l’unica a sfoderare una parolaccia nella sua canzone, un gesto che, secondo l’opinione della blogger, testimonia un livello limitato di intrattenimento. È emersa una certa delusione per la mancanza di personalità e di momenti memorabili. “Ci aspettavamo una Elodie più scoppiettante, ma è risultata modesta. Invece Tony Effe, che doveva essere ‘aggressivo’, è apparso allo stesso modo,” ha commentato, invitando a riflettere sull’assenza di figure carismatiche che potessero rompere gli schemi.
Un altro punto sollevato dalla Lucarelli è il ritorno di “vecchi sovrani”, che a suo dire hanno riacquistato il loro potere sul palco. Con un tono ironico, ha paragonato Carlo Conti a Napoleone e Fiorello a Robespierre, suggerendo che le nuove leve potrebbero avere faticato a imporsi in un contesto in cui le figure consolidate dominano la scena. L’autoironia non è mancata nemmeno durante il suo scambio di battute con il conduttore Alessandro Cattelan. “Pensavo di essere invitata per fare la stronza in prima fila… e invece hai portato Alessandra Celentano, che è la regina delle stronze,” ha esclamato, suscitando risate e commenti amichevoli tra i due.
Una parte significativa delle discussioni è stata dedicata alla performance di Simone Cristicchi, il cui brano toccava temi delicati legati alla malattia della madre. La Lucarelli ha espresso delle riserve sulla canzone, chiedendo un’analisi più profonda e una rappresentazione autentica della realtà. “Ho vissuto quell’esperienza e noto che c’è un’eccessiva romanticizzazione della malattia. Si parla della sua parte più dolce, ma non si possono ignorare le difficoltà,” ha detto. Ha criticato il modo in cui Cristicchi ha scelto di presentare la storia, etichettando l’approccio come un esempio di “cherry picking”, ovvero la selezione dei dettagli più piacevoli, a scapito della completezza del racconto.
Secondo la Lucarelli, il brano rischia di apparire “ampolloso e barocco”, a causa di un uso eccessivo di retorica. Ha ribadito l’importanza di una narrazione più genuina, riflettendo sulle esperienze dure e sulla complessità della malattia, affinché l’arte possa realmente cogliere le sfumature della vita.