Il 10 gennaio 1991 segna un momento cruciale nella storia dell’Italia, un giorno che ha rappresentato il passaggio da un clima di paura e omertà a un’emergente coscienza collettiva contro la criminalità organizzata. Accadeva infatti che su un’importante testata locale, il Giornale di Sicilia, venisse pubblicata una lettera di Libero Grassi, un imprenditore palermitano, in cui denunciava il racket della mafia e il tentativo di estorsione subito. Questo gesto di coraggio non solo ha infranto il muro del silenzio, ma ha dato inizio a un movimento antiracket che ha trovato il suo fondamento nella lotta per la legalità e la giustizia sociale.
Libero Grassi, con il suo appello, ha rischiato la propria vita per opporsi al pagamento del “pizzo”. La lettera, indirizzata al “Caro estortore”, era un manifesto pubblico in cui l’imprenditore affermava chiaramente il suo rifiuto di cedere alle minacce mafiose. Questo atto di sfida ha avuto ripercussioni profonde, stimolando una risposta collettiva da parte di molti altri imprenditori e cittadini che, spaventati dalla criminalità, avevano preferito rimanere in silenzio. Grassi ha saputo trasformare la sua paura in una potente dichiarazione di resistenza e libertà, dando vita a un dibattito sulla legalità che ha coinvolto tutta la società.
Purtroppo, il coraggio di Grassi ha comportato un tragico costo. Assassinato dalla mafia il 29 agosto dello stesso anno, il suo sacrificio ha rappresentato un terribile monito sull’importanza di alzare la voce contro il crimine. Tuttavia, il suo gesto ha anche dato impulso a una mobilitazione sociale che ha visto la nascita di associazioni e movimenti dediti alla lotta contro il racket, segnando una nuova era per l’imprenditoria e per le vittime della mafia in Italia.
A trentadue anni dalla lettera, è stata organizzata la Prima Giornata Nazionale Antiracket, un’iniziativa promossa da “Sos Impresa Rete per la Legalità” e “Solidaria” che si svolgerà a Palermo. L’evento, in programma venerdì 10 gennaio dalle 11 alle 13.30 presso la Camera di Commercio, rappresenta un’importante occasione per riflettere sul cammino intrapreso nella lotta al racket e sulle sfide ancora da affrontare. La Giornata Nazionale Antiracket non è solo un momento di commemorazione, ma anche un’opportunità per sensibilizzare le nuove generazioni sul tema delle estorsioni e sull’importanza di denunciare i crimini mafiosi.
Fausto Amato, coordinatore nazionale dei legali di Sos Impresa, ha sottolineato come la voce di Libero Grassi non si sia spenta e come sia fondamentale riconoscerne il contributo alla causa. La proposta di istituire ufficialmente il 10 gennaio come giornata della lotta al racket ha lo scopo di incoraggiare iniziative educative, dibattiti e eventi in tutto il Paese, per ricordare chi ha avuto il coraggio di opporsi alla mafia.
Il percorso intrapreso dalla società civile dopo la denuncia di Libero Grassi ha dimostrato che la lotta contro il racket non è solo compito delle istituzioni, ma deve coinvolgere attivamente tutte le persone. La creazione di una giornata nazionale dedicata al tema rappresenta un passo importante verso una crescente consapevolezza e una mobilitazione collettiva contro la mafia e le sue pratiche estorsive.
Promuovere la cultura della legalità è cruciale per garantire un futuro più sicuro e giusto per tutti. Coinvolgere le scuole, le comunità e le istituzioni in iniziative educative mirate può contribuire a radicare valori di rispetto e giustizia, allontanando così i cittadini dalle logiche di omertà e paura. La Giornata Nazionale Antiracket diventa così un simbolo di speranza e di impegno per costruire un’Italia libera dalla mafia e dal racket.