
La kermesse canora di Sanremo 2025 si avvicina e con essa arrivano le attese valutazioni dei testi delle canzoni in gara. L’Accademia della Crusca, sotto la guida del professor Lorenzo Coveri dell’Università di Genova, analizza le composizioni presentate dai cantanti, assegnando voti che spaziano tra l’insufficienza e le promozioni. In questo articolo, approfondiamo le valutazioni di Coveri sui principali brani e i rispettivi autori.
Modà: una partenza deludente
La canzone “Non ti dimentico” dei Modà non ha riscosso l’attenzione sperata, ottenendo un severo 4 nella valutazione di Coveri. Il professore evidenzia come il testo presenti una costruzione complessa, caratterizzata da versi lunghi e una sintassi che può risultare ostica. Con un tono spesso che rasenta il predicatorio, il brano fatica a comunicare efficacemente il messaggio desiderato. Nonostante la fedele fan base del gruppo, il contenuto del testo non riesce a soddisfare le aspettative, suggerendo che l’appeal emotivo si perda in un linguaggio che sa di già sentito e prevedibile.
Massimo Ranieri: fra cuore e liriche macabre
Anche il veterano Massimo Ranieri non riceve elogi per la sua proposta “Tra le mani un cuore“, che si guadagna un 5. Coveri sottolinea l’eccesso di ripetizioni del termine “cuore”, che appare ben sette volte nel testo. Questa ridondanza porta a un effetto inaspettato, con l’intreccio tra la concezione fisica e quella emotiva del cuore che risulta a tratti inquietante. L’accostamento tra le due accezioni produce un’atmosfera granguignolesca, rendendo la lettura del testo alquanto insoddisfacente.
Noemi: un testo gradito
Seppur in un contesto di critiche, Noemi si distingue con “Se t’innamori muori?“, conquistando un voto di 7. Il professor Coveri apprezza la scorrevolezza dell’italiano utilizzato, evidenziando come la scrittura non presenti particolari picchi ma si mantenga su un livello accettabile. Questo giudizio favorevole colloca la canzone in una posizione più positiva rispetto a molti altri brani in concorso, dimostrando che un linguaggio chiaro e diretto possa essere efficace.
Voti e curiosità dai testi in gara
Il giudizio della Crusca non si ferma ai nomi già citati. Il testo di Fedez, “Battito“, ottiene un rispettabile 7, nonostante il suo contenuto cupo e introspettivo, che affronta temi delicati come disagio e depressione. La struttura del brano, con rime baciate e un lessico penetrante, lo rende un pezzo di sicuro impatto. Valutazioni simili si applicano a brani di Elodie e Francesca Michielin, entrambi penalizzati da un linguaggio poco evocativo, non sufficientemente arricchito da sfumature emotive.
Il più alto riconoscimento va a Lucio Corsi, il cui “Volevo essere un duro” si eleva con un 9. Coveri trova nel suo testo freschezza e divertimento, evidenziando il contrasto tra sogno e realtà attraverso invenzioni linguistiche che strappano sorrisi. Anche Francesco Gabbani e Giorgia ricevono un 6 per i loro brani, confermando l’eterogeneità delle composizioni in gara e l’alta competizione di quest’edizione.
Joan Thiele: una lirica di successo
Infine, Joan Thiele emerge positivamente con “Eco“, che si aggiudica un 8 grazie a un linguaggio semplice e raffinato. Questa valutazione positiva sottolinea l’importanza di una scrittura che non solo comunica ma riesce a toccare le corde giuste dell’animo umano, conferendo una dimensione più profonda alla performance artistica. Le scelte linguistiche di Thiele offrono un contrasto interessante con molti dei brani in concorso, premiando l’autenticità e l’elaborazione di contenuti validi.
La valutazione dei testi prosegue intensamente nel contesto di Sanremo, tessendo un arazzo di emozioni e linguaggi che rispecchiano la varietà culturale e musicale presente nel panorama contemporaneo.