Mistero sulle ultime ore della 15enne: l’appello della Preside sconvolge tutti ( “Testimoni parlate”)
E’ mistero sulle ultime ore della 15enne uccisa per istigazione al suicidio: l’appello della Preside segna tutti, ecco cosa ha detto
La tragica vicenda di Larimar Annaloro ha scosso la comunità di Piazza Armerina. A soli 15 anni, la ragazza è stata trovata priva di vita nel giardino di casa, in un evento che ha suscitato un’ondata di angoscia e preoccupazioni. Le indagini sono in pieno svolgimento e la Procura dei minori di Caltanissetta ha avviato un’inchiesta per istigazione al suicidio. Gli interrogatori a carico di amici, compagni di scuola e familiari sono solo una parte del lavoro che si sta svolgendo. È proprio in questo contesto che l’analisi del cellulare della giovane potrebbe rivelarsi cruciale.
L’avvocato Milena Ruffini, che rappresenta la famiglia di Larimar, ha espresso la sua posizione riguardo lo stato delle indagini in atto. Secondo quanto lei stessa ha dichiarato, sarà solo dopo l’autopsia che si potranno avere informazioni chiare sugli sviluppi della vicenda: “Fino all’autopsia non ci saranno svolte nelle indagini.” Il legale ha sottolineato la necessità di ottenere dettagli sui momenti finali della giovane, evidenziando come ci siano differenti lacune nelle sue ultime ore e nei giorni immediatamente precedenti alla tragedia. Ruffini ha fatto un appello a chiunque possa fornire informazioni utili, incoraggiando a farsi avanti per aiutare a far luce su quanto accaduto. La famiglia ha già designato il dottor Giuseppe Bulla come consulente per l’autopsia.
Inoltre, Ruffini ha chiesto ai giornalisti di rispettare la privacy della famiglia che sta vivendo un momento di grande dolore e confusione. Sulle dinamiche interne alla scuola e sulla possibile interazione con i compagni di Larimar, l’avvocato ha mantenuto un certo riserbo, non fornendo dettagli su eventuali diatribe o messaggi inviati da Larimar al fidanzato. La delicatezza della situazione è palpabile e le indagini si mostrano complesse e necessitano di ulteriore approfondimento.
L’appello della preside: una scuola che non omette
La preside della scuola che Larimar frequentava ha lanciato un appello diretto ai ragazzi, invitandoli a parlare e a non avere paura di condividere informazioni che potrebbero rivelarsi fondamentali. Infatti, dopo l’invocazione del procuratore minorile Rocco Cosentino, la dirigente scolastica ha ribadito: “Chi sa parli.” Ha voluto chiarire che, sebbene non fosse presente durante un presunto confronto, è fondamentale che chiunque abbia visto o sentito qualcosa si faccia avanti. Bisogna affrontare questo triste episodio con responsabilità e trasparenza.
Allo stesso tempo, la preside ha voluto rassicurare la comunità educativa riguardo ai protocolli di prevenzione del bullismo e cyberbullismo già attivi nella scuola. Tuttavia, ha affermato che, a suo avviso, non ci sono stati casi segnalati né da Larimar né da altri insegnanti. La scuola è un luogo di crescita e apprendimento, ed è importante che si mantenga un ambiente di supporto e non di omertà. Le parole della preside sottolineano un impegno concreto a collaborare con l’autorità competente per fare chiarezza su quanto accaduto.
Sopralluoghi e indagini: l’importanza del cellulare
Nel dramma che circonda la morte di Larimar, gli investigatori stanno eseguendo sopralluoghi per raccogliere evidenze sul luogo dove è stata trovata. Ogni dettaglio può rivelarsi vitale. Si cerca di comprendere i fattori che hanno portato a questa triste conclusione, e alla luce delle indagini, l’analisi del telefonino della ragazza sembra assumere un’importanza sempre maggiore. È possibile che all’interno di quel dispositivo si trovino messaggi, foto o anche registrazioni che potrebbero aiutare a ricostruire gli eventi che hanno preceduto il drammatico gesto.
I continui interrogatori di amici, compagni e familiari sono parte di un quadro investigativo che mira a ottenere tutti gli elementi necessari per comprendere le dinamiche di questa tragedia. La sensibilità attorno a questo caso rende ogni intervista e ogni analisi ancor più delicate. Gli inquirenti stanno operando con attenzione, ben consapevoli del dolore che le famiglie stanno attraversando, ed è importante che ogni passaggio venga compiuto con la massima responsabilità e competenza per assicurare che la verità venga a galla.