Questo medico ha scambiato la diagnosi ad un paziente: le conseguenze sono letali
Questo medico ha scambiato la diagnosi e ha creato gravissimi problemi in questo paziente: ecco cosa è successo
Una storia drammatica che tocca corde profonde quella legata alla vicenda di Thomas Nuovo, un uomo di 44 anni scomparso nel dicembre 2020 dopo una lunga battaglia contro un male oscuro eppure invisibile fino all’ultimo. Quello che doveva essere un semplice problema dentale si è trasformato in un incubo, che ora ha portato l’odontoiatra Marco I. davanti al giudice. La diagnosi di gengivite, in realtà, si è rivelata una tragica svista dato che Nuovo era affetto da un melanoma. Una storia di responsabilità e giustizia, che verrà esaminata in tribunale.
La diagnosi sbagliata: quando un’infiammazione nasconde un nemico letale
Nel 2018, Thomas Nuovo ha fatto visita all’odontoiatra Marco I. per un problema al cavo orale, un rigonfiamento che provocava fastidio e preoccupazione. Il medico, dopo aver esaminato il paziente, ha prontamente attribuito il problema a una gengivite, suggerendo di migliorare l’igiene dentale. Tuttavia, le sedute di pulizia dentale, ben due, non hanno portato ai miglioramenti attesi. Eppure, dal suo punto di vista, il dottore non ha trovato motivo di allarmarsi, rimanendo ancorato alla sua diagnosi iniziale. Gli esami successivi, in un certo senso, non hanno mai messo in discussione quella diagnosi “plausibile”.
Mentre Thomas continuava a sentirsi a disagio, una seduta di igiene dentale, avvenuta il 30 luglio, ha sollevato un campanello d’allarme, ipotizzando la possibile presenza di un tumore. La segnalazione del professionista è stata registrata nella cartella clinica, ma Marco I. ha preferito tranquillizzare il paziente indicandogli di tornare dopo l’estate per un ulteriore consulto. Un rinvio che porterà a gravi conseguenze.
Gli sviluppi della situazione: radiografie e mancate diagnosi
Il primo ottobre del 2020 finalmente è stata eseguita una radiografia. Quest’esame avrebbe potuto rilevare eventuali anomalie, ma l’esito ha escluso qualsiasi presenza di neoplasie. A quel punto, si è continuato con le sedute di igiene orale, in un contesto di apparente serenità. Purtroppo, la situazione di Thomas è degntamente peggiorata fino al giorno dell’escissione tramite laser, fissata per il 19 dicembre. Quello che però è fondamentale sottolineare è che non è stato effettuato alcun esame istologico, né Thomas ha firmato un consenso informato per l’intervento. Questi dettagli, ritenuti cruciali, fanno parte di un quadro molto più ampio e complesso.
La vera diagnosi è arrivata solo il 21 gennaio, tre giorni dopo la biopsia, quando finalmente una natura maligna è stata rivelata. A questo punto, il calvario di Thomas si è intensificato con diverse procedure chirurgiche, radioterapia e immunoterapia, ma era ormai tardi. Le cure non hanno sortito gli effetti sperati, e la vita di quest’uomo, padre di due bambini, è stata spezzata. Una storia che, come sottolineato dal pm Vincenzo Barba, ha rivelato cocenti responsabilità da parte di chi avrebbe dovuto prendersi cura, al fine di prevenire una tragedia eccessivamente incombente.
L’accusa di omicidio colposo: il peso della decisione giudiziaria
La drammaticità del caso ha portato il giudice Francesco Patrone a decidere il rinvio a giudizio dell’odontoiatra Marco I.. L’accusa formulata nei suoi confronti è, senza mezzi termini, di omicidio colposo. Con la motivazione esplicitata, il PM ha sottolineato come la diagnosi di gengivite dovesse essere rivisitata alla luce di un’assenza di risposta ai trattamenti, segnalando che una consulenza cito-istologica tempestiva avrebbe potuto fare la differenza. L’inadeguatezza degli accertamenti, unita a una gestione dell’iter diagnostico deficitaria, ha contribuito a un esito fatale. Il processo si appresta ora a svelare ulteriori dettagli su un evento che ha inevitabilmente toccato nel profondo una famiglia e una comunità, chiarendo come un’apparente banalità possa celare ben altre verità.
L’eco di questi eventi e le loro ripercussioni si faranno sentire nel corso del processo. La storia di Thomas Nuovo, purtroppo, diventa un esempio di come sia fondamentale intervenire di fronte ai segnali del corpo e come non si possa mai trascurare la salute, anche in un ambito che può apparire poco serio come quello dentale.