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Violenza inaudita in quel di Ostia: la scioccante accusa della ragazza contro un membro della sua famiglia

Violenza inaudita di una ragazza contro suo fratello: quello che ha dichiarato mette i brividi, ecco di cosa si tratta

F.M. è al centro di una grave accusa di violenza sessuale e maltrattamenti, un caso che ha catturato l’attenzione della cronaca nazionale. A Roma, il pubblico ministero ha richiesto sette anni e mezzo di carcere per lui, mentre la sua giovane vittima, la sorella, desidera ardentemente di allontanarsi da una realtà familiare insopportabile. Una vicenda che suscita indignazione, ma anche profondi interrogativi sulla dinamica interna di una famiglia segnata da violenza e sofferenza.

Le violenze, secondo quanto emerso durante l’istruttoria, avrebbero avuto inizio quando la ragazza aveva solo 12 anni e sono proseguite in modo ininterrotto fino a marzo 2020. Un conflitto interno alla famiglia culminato in atti di violenza inaudita. Il pm ha reso nota una pratica disturbante: il giovane, prima di colpire la sorella, le ordinava di togliersi gli occhiali perché romperli sarebbe stata una seccatura. La triste conclusione della storia è arrivata il 6 luglio, quando la minorenne è uscita da casa per una semplice passeggiata col cane. Ma non era una passeggiata qualsiasi. Quella era l’occasione per presentare alla madre il suo fidanzato più grande. Decisa a prendere in mano la sua vita, ha scelto di non tornare più oltre quella soglia, segnalando un dramma familiare che si chiude di fronte a un nuovo inizio, pieno di speranze.

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La chiamata alla polizia

Una testimonianza cruciale è giunta da un’agente di polizia che ha partecipato all’intervento. “Ci hanno contattati per una ragazzina in difficoltà”, ha rivelato in aula. “Parlava poco e mostrava segni di tristezza e agitazione”. È stata proprio lei a cominciare a raccontare le sofferenze che aveva sopportato, non solo dal fratello ma anche dai genitori. Il padre, si apprende, si aggirava in casa in modo inadeguato, creando una situazione di imbarazzo. Ma l’ombra più minacciosa pesava sul fratello, il quale aveva creato un clima di terrore. La giovane ha fatto una richiesta straziante agli agenti: “Mi promettete che se vado avanti a raccontare non tornerò mai più da loro?”. Un appello che mette in evidenza la disperazione e la necessità di liberarsi da una situazione opprimente. La prima violenza sessuale è avvenuta il 5 gennaio 2018, durante un momento apparentemente innocente di gioco con la PlayStation. Ma quel momento si è trasformato in un incubo che la giovane ha portato con sé in silenzio.

La difesa dell’imputato

Il processo ha messo in luce anche la posizione della difesa, con il legale dell’imputato che ha cercato di dipingere un quadro diverso. “In casa regnava un rapporto di sudditanza psicologica nei confronti del fratello”, ha detto il pm in aula. Questo significa che la ragazza non si sentiva libera di confidarsi, e così gli abusi sono continuati per un lasso di tempo preoccupante e in crescita violenza. Tuttavia, la famiglia dell’imputato ha sostenuto che la ragazza nuovamente stava cercando di allontanarsi. Hanno contestato la veridicità delle accuse legate a quella sera fatidica, sottolineando che la PlayStation era stata acquistata in un momento successivo. “La notte in cui è accaduto, il fratello e un amico erano impegnati in un live streaming”, ha chiosato la difesa. La lotta di questo giovane, descritto come un ragazzo senza obiettivi e chiuso nella sua stanza, si intreccia con l’angosciosa vicenda che ha scosso la vita di una famiglia, evidenziando una realtà difficile da affrontare e da accettare.

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